Progettare il futuro della mobilità: una breve guida degli strumenti a disposizione dei decision maker

La mobilità rappresenta un pilastro fondamentale delle società e delle economie moderne perché permette di collegare persone e luoghi, facilita il commercio globale e garantisce l’accesso a servizi essenziali come istruzione e sanità. Tuttavia, ad oggi, questo settore ha un impatto fortemente negativo sull’ambiente e sulla salute umana dato che è responsabile di circa il 25% delle emissioni totali di gas serra nell’Unione Europea

Dato l’obiettivo di azzerare in Europa queste emissioni entro il 2050, la completa decarbonizzazione del settore della mobilità rappresenta una sfida complessa ma ambiziosa che richiede un approccio olistico e l’adozione di misure ad ampio raggio. La mobilità, infatti, è una materia multidisciplinare che intreccia tecnologia, economia, ambiente e aspetti sociali, rendendo indispensabile il coinvolgimento di molteplici attori tra cui governi, aziende, comunità e cittadini. Solo attraverso il coordinamento e la collaborazione tra queste diverse parti è possibile sfruttare a pieno gli strumenti disponibili e costruire soluzioni innovative per una transizione efficace e condivisa.

Nella pratica, i decision maker dispongono di molti strumenti che, per semplificare, possono essere classificati in due grandi macro categorie: hard measures e soft measures.

HARD MEASURES

Con il termine hard measures si fa riferimento a tutti gli interventi strutturali o normativi volti a modificare le infrastrutture o ad ampliare l’offerta di mobilità disponibile su un territorio. Alcuni di questi interventi includono la costruzione di nuove piste ciclabili, l’istituzione di zone a velocità limitata (come le cosiddette “zone 30” nei centri abitati) o la creazione di corsie dedicate ai mezzi di trasporto pubblico (Bus Rapid Transit).

Un esempio virtuoso legato all’utilizzo di hard measure è rappresentato da Parigi. Nel 2007, la capitale francese era una delle città più inquinate d’Europa ma, a partire dal 2014, la sindaca Anne Hidalgo ha dato inizio ad una radicale processo di trasformazione della città con l’introduzione di oltre 300 strade scolastiche chiuse al traffico, la creazione di numerose “zone 30” e la costruzione di centinaia di chilometri di piste ciclabili. Questi e molti altri interventi hanno contribuito nel tempo a ridurre significativamente le emissioni inquinanti, favorendo il benessere dei cittadini e portando la città a vincere il Sustainable Transport Award nel 2023.

Sebbene rappresenti sicuramente un esempio virtuoso, pensare di poter facilmente replicare quanto accaduto a Parigi in altri contesti rischia di essere semplicistico e potenzialmente controproducente. Il cambiamento avvenuto negli anni nella capitale francese è stato infatti possibile grazie a una combinazione di numerosi fattori, tra cui, per citarne alcuni, un forte sostegno politico e popolare nonché un sistema di trasporto pubblico estremamente sviluppato, che integra RER, metropolitane, autobus e numerosi servizi di mobilità condivisa. La realtà dei fatti è che non tutte le città possono contare su un’offerta di mobilità così avanzata, e in molti contesti iniziative simili potrebbero incontrare resistenze politiche o sociali, scoraggiando i decisori dall’intraprendere percorsi di trasformazione analoghi.

SOFT MEASURES

In assenza di un ampio margine di manovra sul lato dell’offerta, è possibile per i decision makers lavorare sul lato della domanda, utilizzando le soft measures. Con il termine soft measure si fa riferimento a tutte quelle misure volte a modificare le abitudini dei cittadini (seppur rimanendo in un contesto di paternalismo libertario) come gli incentivi economici e le forme di nudge e gamification.

Utilizzare incentivi economici per modificare le preferenze (e quindi le scelte) dei consumatori è una pratica ampiamente diffusa in economia e che nell’ambito della mobilità assume le vesti di rendere ancora più accessibili le forme di trasporto pubblico e condiviso. Soprattutto negli ultimi anni, diversi Paesi (fra cui Spagna, Italia, Lussemburgo, ed Estonia) hanno portato avanti programmi volti a rendere il trasporto pubblico gratuito per la totalità dei cittadini, ottenendo però risultati contrastanti. Un altro caso di utilizzo di incentivi economici si è registrato proprio in Italia che, a partire dal 2023 nell’ambito del progetto MaaS4Italy, ha sviluppato un programma di incentivazione volto a favorire forme di trasporto multimodale (di questo argomento ne abbiamo parlato più nel dettaglio qui.)

Oltre agli incentivi economici, sta emergendo sempre più negli ultimi anni l’importanza di strumenti come i nudge e le forme di gamification. Questi strumenti affondano le loro radici nella psicologia e nell’economia comportamentale e, se usati correttamente, possono rivelarsi particolarmente efficaci a fronte di un dispendio di risorse molto contenuto. 

I nudge, termine che può essere tradotto in senso ampio con “spinte gentili” o “pungoli”, sono interventi che indirizzano le scelte delle persone senza l’utilizzo di incentivi o senza imporre obblighi o divieti, ma bensì modificando il contesto decisionale. Nell’ambito della mobilità, alcuni dei nudge più diffusi includono l’utilizzo di sistemi di monitoraggio sul viaggiato per indicare le emissioni di CO2 risparmiate e l’utilizzo di sistemi di notifiche push con focus sui benefici derivanti dalla mobilità attiva e condivisa.

Gamification invece è un termine coniato nel 2002 durante la progettazione di interfacce per dispositivi elettronici commerciali (ma questa è tutta un’altra storia che meriterebbe un sua narrazione!) che si riferisce alla pratica di aggiungere dinamiche tipiche dei videogiochi in contesti non ludici. Nell’ambito della mobilità, fare gamification (o “gamificare”) significa utilizzare elementi come premi, classifiche o sfide per riuscire a creare un maggior engagement nei cittadini e promuovere uno shift modale verso forme di mobilità più sostenibili.

Nonostante il loro enorme potenziale, anche le soft measures presentano alcune criticità; non esistono infatti soluzioni valide per tutti i contesti (“one size doesn’t fit all”) e tutte queste strategie necessitano di essere adattate di volta in volta alle specificità locali, partendo da un’attenta analisi delle esigenze dei cittadini. In altre parole, solo conoscendo approfonditamente la domanda è poi possibile influire efficacemente sulla stessa.

UN APPROCCIO COMBINATO

Sebbene molto diverse fra loro, hard e soft measure sono da intendersi come strumenti strettamente complementari fra loro. Fare nudging  o implementare logiche di gamification per favorire l’utilizzo della bicicletta senza predisporre infrastrutture adeguate rischia di rendere le prime totalmente inefficaci. Allo stesso modo, prevedere interventi strutturali senza comprendere le reali necessità dei cittadini può generare un’allocazione sub ottimale delle risorse.

Affiancando agli interventi strutturali strumenti come gli incentivi, i nudge e forme di gamification, è possibile creare un contesto che rende le scelte sostenibili non solo più accessibili, ma anche più desiderabili e gratificanti. In questo modo, il futuro della mobilità può essere progettato mettendo al centro le persone e il pianeta, con benefici concreti per l’ambiente e la qualità della vita urbana.

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