“Account-Based Ticketing”, per gli amici “ABT”: molto si dice a riguardo, ma non tutte le informazioni che si trovano in rete mettono bene a fuoco questo innovativo paradigma di bigliettazione e la sua naturale predisposizione al futuro.
Vediamo quindi di fare chiarezza, a partire dalla definizione di ABT. Per definire con precisione cosa sia l’Account-Based Ticketing, facciamo riferimento alla ISO/TR 20526:2017 che definisce l’ABT come un metodo di ticketing dove la prova del diritto di viaggiare e tutti i record del viaggio sono contenuti nel back office e non dentro un supporto fisico (“media”) in possesso del passeggero.
Siamo di fronte ad un importante cambio di prospettiva rispetto ai sistemi tradizionali di bigliettazione elettronica (SBE) in uso presso gli operatori di trasporto pubblico: l’intelligenza e la sicurezza del sistema di ticketing sono concentrati nel sistema centrale invece che nei supporti e relativi reader. Per questo motivo L’ABT è conosciuto anche come “server-based ticketing” o “Security in System”.
L’ABT può funzionare sia online che offline (si parla spesso di “modalità degradata”) usando tecniche di risk-managed revenue protection. Tecnicamente, nell’ABT è sempre richiesto un account, ma è comunque possibile effettuare viaggi “anonimi” o consentire l’utilizzo di titolo di viaggio non nominali, quindi al portatore.
Tra i grandi vantaggi dell’ABT, vi è la possibilità di usare supporti di terze parti come ad esempio carte di credito e carte nazionali (ad esempio la CIE, ovvero la Carta d’Identità Elettronica). Tutto questo va sotto il nome di “BYOD”, Bring Your Own Device. La tecnologia EMV (in particolare il modello TRANSIT), largamente diffusa nelle grandi città italiane, è un sottoinsieme di un sistema di bigliettazione ABT e fa parte della famiglia dei supporti di terze parti.
Sono proprio i vantaggi già emersi grazie ai progetti EMV a permettere di capire la portata di un Sistema di Bigliettazione Elettronica Account-Based completo, quindi non limitato alle sole carte bancarie (uniche tuttavia nel loro genere perché in grado di abilitare anche i pagamenti), ma esteso anche ad altri innumerevoli supporti, inclusi i canali digitali in voga al giorno d’oggi (ad esempio smartphone o wearable) e quelli che potrebbero velocemente nascere in un futuro non molto lontano e beneficiare, per fare un esempio, del calcolo della best fare.
La digitalizzazione degli utenti che vivono le nostre città corre a ritmi a dir poco forsennati: l’ABT è il metodo di bigliettazione che asseconda questo avanzamento grazie all’astrazione dal supporto o da una specifica tecnologia, per rimanere vicino ai linguaggi di bigliettazione e accesso parlati dagli utenti. Non è un caso che tutti i servizi di trasporto privati utilizzino già da anni sistemi di prenotazione/bigliettazione/accesso di tipo Account-Based, alcuni di questi con attivo il solo canale mobile (una corsa Uber si prenota solo tramite uno smartphone). Il trasporto pubblico locale non può basarsi sul solo canale mobile, ma può fin da oggi beneficiare dei vantaggi offerti dall’ABT, una tecnologia di bigliettazione nata nel segno dell’interoperabilità e dell’intermodalità… in altri termini, intrinsecamente pronta per la grande rivoluzione MaaS alle porte.