L’11 novembre 2024, OpenMove ha compiuto 10 anni.
Ma piano con i coriandoli: è solo una ricorrenza simbolica che non so nemmeno come festeggiare.
Chi l’ha già fatto lo sa, non è successo niente di speciale: ti trovi davanti al notaio, fai un paio di firme e finisce lì. Tant’è che non ho trovato nemmeno una foto di quel giorno (tranne l’assegno che fotografai per mandarlo forse al commercialista) e non ricordavo nemmeno la data esatta — sono letteralmente dovuto andarla a cercare sulla visura.
Traguardi che contano
Ma poi è davvero così importante? In fin dei conti, avevamo iniziato mesi prima a lavorarci. Sono altre le milestone da festeggiare: il primo prodotto sul mercato, l’ingresso di nuovi colleghi, i progetti in nuovi Paesi…
Dicevo che non ci sono foto, ma quello che posso fare è uscirmene con un paio di fun fact inediti per farmi perdonare.
Una startup in movimento
Il primo è che quell’11 novembre 2014 uscii di corsa dal notaio e mi fiondai in treno per uno startup event a Nova Gorica. Così di fretta che non feci in tempo a comprare il biglietto. “Fonda startup sulla smart mobility e viene multato dal controllore poco dopo” — già mi immaginavo la figuraccia sul giornale, ma la fortuna volle che ci fossero un sacco di studenti e io, non ancora 28enne, mi mimetizzai stravaccandomi e facendo finta di masticare una chewing gum. Non chiedetemi perché!
Dietro il nome: un omaggio ai classici
Veniamo al secondo. Ci sono alcuni buoni motivi (e altri meno, intendiamoci) per avere una ragione sociale distinta dal brand e i più attenti avranno notato in foto che la nostra è “Lucian S.r.l.“. Perché questo nome inventato?
Perché – come sanno i miei amici – tra le mie grandi passioni ci sono la Grecia classica e il greco antico. E questo nome è un omaggio a Luciano di Samosata, scrittore ellenistico che ne “La storia vera” narrò il primo (onirico) viaggio di una nave verso la Luna. E dove sta la meraviglia? Non era certo uno scienziato, ma immaginò la Luna come un corpo celeste e non come un punto luminoso del firmamento, 1.400 anni prima di Galileo.
Guardando avanti: il prossimo decennio
Bene, facciamo i seri ora. Dove saremo tra 10 anni? Me l’ha chiesto un ragazzo ad un colloquio a inizio anno. Ora è seduto davanti a me in treno. Gli risposi che suoneremo la campanella a Wall Street. Ho mentito. Gli economics non sono mai un traguardo. Sorrido a vedere startup dichiarare che vogliono diventare un unicorno: quello non è un obiettivo, è un byproduct se lavori bene e se lavori sodo, as simple as it gets.
Non so quindi se la IPO – per quanto non la possa escludere – sia la traiettoria naturale di un’azienda completamente bootstrapped.
Quello che so di certo è che nei primi 10 anni siamo cresciuti del 40% anno su anno e che questo vogliamo dimostrare anche nei prossimi 10. Game on. Lavoriamo in un gran bel mercato per nostra fortuna, quello del SaaS e delle ARR, e qui vige il regime della compound growth, che è banalmente un’esponenziale. ’O vedi che serve a qualcosa una vecchia laurea in matematica.
I bei bilanci non sono un traguardo, sono solo la conseguenza di un buon prodotto. A me dei soldi non importa nulla.
Ma Lorenzo, e tu tra 10 anni farai ancora il CEO? E chi lo sa. Le etichette non contano. L’importante sono la crescita e la scalabilità dell’azienda e come tutti i membri del team ho in testa questi obiettivi. Curioso, ambizioso e determinato come sono, sul lavoro cercherò di continuare sempre ad imparare e ad insegnare, le vere motivazioni che mi fanno alzare dal letto al mattino.
Ai viaggiatori che hanno dato forma al nostro viaggio
Fatemi concludere con i dovuti ringraziamenti. OpenMove non è stata la prima né l’ultima azienda che ho aperto, ma è quella a cui ho dato di più e che mi ha dato di più. Ed è tutto merito della straordinaria squadra di persone che abbiamo costruito negli anni, dal primo all’ultimo, che non cambierei per tutti i soldi del mondo.